Arte, scienza, ispirazione e sperimentazione. Questi itemi discussi nell’evento del sabato sera di «Bergamo Città Impresa, festival dei territori industriali », la manifestazione che da sette edizioni promuove il dibattito su temi d’attualità legati ad economia, politica e cultura a livello nazionale e internazionale. Ospite d’eccezione della serata è stato Nicola Piovani, direttore d’orchestra e compositore di alcune tra le più famose colonne sonore del cinema italiano tra cui quelle del film «La vita èbella» che glivalsero ilpremio oscar nel 1999 e quelle de «I fratelli De Filippo» premiate con ilDavid di Donatello, ilquarto nella carriera dell’artista. Nella cornice dell’ex chiesa di Sant’Agostino, attuale aula Magna dell’Università degli Studi di Bergamo, Antonio Maconi di Italypost ha introdotto Piovani e Giovanna Barigozzi, prorettrice all’Innovazione e Transizione Digitale dei processi e dei servizi dell’Università di Bergamo, spiegando l’inserimento di un evento di carattere musicale in un Festival sull’impresa: «Per parlare di crescita delle aziende è necessario andare oltre le dimensioni di fatturato e persone, bisogna tenere a mente i valori culturali che stanno alla base delle fondazioni delle imprese stesse». Il primo argomento della serata è stato quella della formazione, con la professoressa che ha spiegato la necessità di una formazione che vada oltre il concetto di iper specializzazione e che si concentri anche sul potenziamento di capacità trasversali. Piovani ha invece rac- Antonio Maconi, Giovanna BarigQ2zi e Nicola Piovani sul Palco FORO YURI COLLEQNI contato la sua formazione, dalla passione della famiglia per la musica al primo ascolto delle «Variazioni Goldberg» di Bach, sino al suo incontro con quello che considera il suo mentore, ovvero il compositore greco Manos Hadjidakis. Nella narrazione, a trasparire è stata la volontà di spiegare quanto le esperienze spesso abbiano più valore rispetto alla mera nozionistica. «Se fossi nato in una famiglia di musicologi -ha spiegato il compositore- oggi ne saprei molto di più di musica, ma probabilmente la amerei di meno». Si è passati poi al paragone tra scienza e musica, in cui i due oratori hanno convenuto su quanto in entrambi i campi il processo creativo e la capacità di vedere qualcosa di nuovo siano i valori fondamentali a cui poi sia il musicista sia il ricercatore andranno ad applicare il proprio bagaglio tecnico. Spazio anche per una considerazione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in musica, considerata da Piovani uno strumento utile per la musica di consumo, ma ancora incapace di creare vera e propria arte. «Con l’avvento dell’ IA – ha dichiarato il pianista – non avremo più bisogno dei compositori di musica banale, quella uguale a mille altri brani. Però l’invenzione musicale, quel pezzo che ti rendi conto di non aver mai sentito in vita tua, per ora è ancora prerogativa esclusiva dell’uomo ». Non sono mancati aneddoti sulla sua amicizia con Nanni Moretti e Federico Fellini e momenti musicaliveri e propri, con il maestro Piovani che si è esibito, tra una domanda e l’altra, in alcuni dei suoi pezzi più celebri, tra cui ovviamente ha spiccato il brano «Buongiorno principessa » tratto dal film «La vita è bella ». L’ultimo commento è stato invece legato alla musica come strumento di pace, con il compositore che ha così concluso l’intervento: «La bellezza della musica può salvare il mondo? Forse no, ma sicuramente la bruttezza lo può distruggere».
Corriere del Veneto / di Gian Maria Collicelli L’obiettivo è «riportare sotto i riflettori l’economia reale, i territori, l’industria». (altro…)