Il Giornale di Vicenza / di Alessia Zorzan
Il primo a sintetizzare i timori di relatori e platea è stato però il sindaco Francesco Rucco: «Quelle di maggio saranno elezioni fortemente politiche, poco utili in un’Europa che si troverà ancor più frammentata e con poca forza decisionale. A scapito di tutti, cittadini e imprese che hanno bisogno di certezze e decisioni celeri per competere in un mercato aggressivo».
In Veneto, secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, il 60,25% delle esportazioni manifatturiere nel 2018 è stato diretto verso Paesi dell’Ue28 (+3,7% rispetto al 2017). «Non c’è più distinzione tra politica estera e commerciale – ha chiarito subito Vescovi -. Non stiamo sfruttando però le competenze del ministro Moavero e della sua struttura e manchiamo di un ministero dello sviluppo economico, in un momento in cui il piano di politica economica e industriale del Paese è necessario». Bonomo, dopo aver ricordato il ruolo delle micro e piccole imprese nell’economica italiana e veneta, ha sottolineato come Confartigianato sia «da vent’anni impegnata in progetti di cooperazione internazionale», strada che offre opportunità economiche e di crescita per tutti gli Stati coinvolti nei progetti («C’è domanda di imparare dall’Italia come si fa piccola e micro impresa», ha confermato Moavero). Dito puntato poi contro l’Europa, accusata di «aver lasciato sola l’Italia in fatto di immigrazione con un aumento del senso di insicurezza». Da Cna l’appello a considerare il ruolo delle pmi, chiedendo «maggiore attenzione e facilitazioni nell’accesso al credito». Temi supportati dal ministro, che ha parlato poi del ruolo che può giocare l’Italia – considerata spesso isolata – in Europa. «A volte – ha sottolineato – il trovarsi con idee contrastanti è difendere una specificità italiana che troppo spesso in passato si è trascurata per il desiderio di restare con i più forti. Ma le gare ciclistiche le vince chi si stacca dal gruppone e va in volata».