19/09/2021
Corriere del Veneto / Federico Nicoletti
Dalla Vecchia all’assemblea d’esordio: «Associazione riferimento nel Covid. Piano pluriennale per l’ateneo»VICENZA «L’università è il primo polo d’attrazione di un territorio».
È al Cuoa di Altavilla Vicentina, l’altro ieri, per il Festival Città Impresa, Laura Dalla Vecchia, la dinamica imprenditrice di Schio dal 12 maggio presidente di Confindustria Vicenza. Ma la prima donna alla guida degli Industriali berici ha già la testa sull’assemblea d’esordio, il 29 settembre, a Torri di Confine di Gambellara. In quell’area industriale, ora sede Margraf, sono passati alcuni punti di svolta: l’assemblea comune delle Confindustrie di Verona e Vicenza che 7 anni fa ospitò l’allora premier Matteo Renzi. E, due anni dopo, l’assemblea di trasformazione di Bpvi in spa, nel tentativo di salvarla. Ora un’altra svolta. Dalla Vecchia ci arriva dopo un flash sul tema caldo dei rincari energetici: si fermerà la ripresa? «No, non la vedo la fermata. Vedo una riduzione degli utili aziendali e rincari per le famiglie: questo è sicuro».
Facciamo il punto sui primi mesi: c’era molta attesa, alla sua elezione, per vedere quali novità avrebbe portato.
«All’avvio delle relazioni, anche con struttura e associati, ho affiancato il lavoro di riorganizzazione di alcuni cda delle partecipate. E ciascun vicepresidente sta preparando per settembre, con i funzionari, i progetti con cui concretizzare il programma presentato. E lavoro alacremente all’assemblea».
L’avete intitolata «Qui puoi». Per discutere di cosa?
«Parleremo di territorio e giovani. Di futuro».
Gli aspetti critici?
«Ci manca la manodopera specializzata, dagli operai agli ingegneri. Le aziende negli anni sono cresciute, già prima c’era carenza e con il boom degli ultimi mesi non si trova più nessuno. Senza contare reddito di cittadinanza e Naspi, che invogliano a rimanere a casa, e i tanti lavoratori stranieri dovuti andar via nel lockdown».
Soluzione?
«Io mi concentro (e col sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, ci lavoriamo quotidianamente) su un territorio e su aziende che offrano quel che i giovani cercano. A Vicenza dobbiamo dar slancio a un’università che sta crescendo. Istituzioni, politica e parti datoriali devono sostenere con convinzione un piano pluriennale. Da lì arrivano i talenti, anche da fuori, che poi inserisci in azienda. Verona e Padova sono fortissime. Ma i professionisti – e il nodo non tocca solo le aziende – da lì faticano a raggiungere la provincia, con collegamenti che giungono solo nei grandi centri. Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture. E raccontare meglio le nostre imprese, mostrando che val la pena venirci».
In assemblea c’è Renzo Rosso. Segnale nella direzione indicata all’elezione di recuperare le grandi aziende?
«Dai grandi s’impara. Ci dirà come lavora un’azienda che è cresciuta, in questo territorio».
Riuscirete a vederlo più presente in associazione?
«Il tempo lo trovi, se porti a casa valore da quel che fai. Un’associazione dev’essere attrattiva verso gli imprenditori migliori: averli attivi può farci crescere tanto. Devi rendere l’ambiente stimolante: è compito mio e della mia squadra».
Recuperare le grandi imprese: ci sta lavorando? La famiglia Amenduni, a cui subito si pensa, è andata a trovarla? A chi altri guardare?
«Ci sono tantissime aziende che erano piccole, sono cresciute negli ultimi 10 anni e magari non si sono iscritte a Confindustria. Come abbiamo fatto crescere le aziende, lo faremo con l’associazione. Allo stesso modo: essere innovativi e offrire qualcosa di valore. E comunque abbiamo un’impennata d’iscrizioni».
Davvero?
«Il primo dato positivo è che per la prima volta, dopo tantissimi anni, con la rata di settembre non abbiamo nemmeno un ritardo».
«Un effetto Dalla Vecchia?
«Non lo so, magari è anche un effetto di struttura. Però magari anche sì: secondo me è un segnale di fiducia nella squadra. Ma c’è anche altro».
E sarebbe?
«Nella fase più difficile del Covid Confindustria è stata fondamentale. Con la sua struttura ha risposto a chiunque, anche ai non associati; e si sono iscritti in tanti. Aziende da 30, 50, cento addetti. Non partiamo da zero: sorprendono tante adesioni. Vuol dire che si è trovato in Confindustria un riferimento».
Dal passato eredita la questione del rapporto con Assindustria Venetocentro.
«Il mio è sempre stato ottimo. Non vedo problemi, sinceramente. Con Leopoldo Destro ho un bel rapporto: ci conosciamo ancora poco, ma mi sembra ci sia stima reciproca».
È anche vostro associato.
«Non è solo quello. Un imprenditore costruisce la sua azienda nelle buone relazioni con clienti, fornitori e dipendenti. Lo stesso va fatto in Confindustria: buone relazioni e diplomazia, accettarsi e dialogare sempre con spirito costruttivo e mai di chiusura».
A volte si sente rimpianto per la scissione della società di formazione che ben aveva funzionato a tre tra Vicenza, Padova e Treviso.
«Anche a me spiace. In Niuko il nuovo cda, presieduto da Diego Carraro, s’è insediato la scorsa settimana. Gente con esperienza d’azienda e formazione, determinata e con idee. Anche l’amministratore delegato è carico. Con un po’ di pazienza rimettiamo a posto».
Infine una domanda che aleggia spesso: il direttore Valeri resterà?
«La struttura sta lavorando con me molto bene. Sono soddisfatta» .