ConfartigianatoVicenza.it / 11 settembre 2020
Ospite del Festival Città Impresa, in programma fino al 13 settembre in diverse location vicentine, il Ministro dell’Università e delle Ricerca, Gaetano Manfredi, ha fatto tappa giovedì 10 settembre al DIH- Digital Innovation Hub di Confartigianato Imprese Vicenza.
Quella vicentina, è stato spiegato al Ministro, rappresenta una delle maggiori realtà provinciali del sistema Confartigianato spesso pioniera di iniziative e progetti di ampio respiro e di sperimentazione innovativa. È il caso del DIH nato nel 2016 dalla consapevolezza che le nuove frontiere della tecnologia, dell’IOT, della robotica (anche assistiva), l’e-commerce, della sicurezza informatica, ed elaborazione dati, avrebbero cambiato il modo di essere imprenditore e di fare impresa, anche nelle imprese artigiane e nelle piccole imprese.
In provincia sono 84mila le imprese delle quali 24mila artigiane (quasi il 24%) in cui lavorano 71mila persone per un valore aggiunto prodotto che si aggira sui 4miliardi di euro. Proprio in quei contesti, in cui il ben fatto, la produzione su misura e non seriale, è l’elemento distintivo le nuove tecnologie possono esprimere al meglio le loro potenzialità anche nei processi nei processi produttivi di piccola scala.
Nel tempo l’intuizione di Confartigianato Vicenza si è rilevata vincente con aziende di piccole e medie dimensioni che, avvicinandosi a queste realtà, hanno apportato innovazione di processo e prodotto, modificando il loro modo di fare business e approcciare i mercati (internazionali e nazionali).
Il DIH nel tempo è quindi diventato punto di riferimento per le aziende per il trasferimento tecnologico e per la formazione digitale dei giovani e per quella continua rivolta agli imprenditori e loro collaboratori. E con l’emergenza sanitaria avere tale punto di riferimento si è dimostrato essere una marcia in più per molte aziende grazie alle numerose attività di consulenza di accompagnamento al sapere digitale, anche attraverso webinar, e allo sviluppo dell’e-commerce che ha interessato anche il mondo dell’artigianato.
Fondamentale punto di interscambio con le imprese, il DIH è convenzionato con numerose realtà accademiche (dal Politecnico di Milano a Ca Foscari, dall’Agenzia Spaziale Italiano all’ESA) e socio fondatore del Competence Center Artes 4.0. (che ha tra i suoi partner la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’istituto Italiano di Tecnologia e il CNR).
“Se da un lato le collaborazioni con università e centri tecnologici di eccellenza favoriscono opportunità di crescita per il territorio (anche in termini di sostenibilità) e le imprese, dall’altro forniscono al mondo accademico l’occasione di ripensare ai percorsi di formazione rendendoli più aderenti alle concrete e mutevoli necessità del mercato del lavoro – ha illustrato al Ministro il vice presidente di Confartigianato Vicenza, Gianluca Cavion-. Il nostro obiettivo, penso condiviso, è che l’università entri fattivamente nel segmento delle piccole e micro imprese. Il nostro territorio e il nostro Paese non possono permettersi di perdere il treno della conoscenza e della ricerca universitaria portata in azienda, solo per una questione di dimensione d’impresa”.
Basta ricordare che le piccole e medie imprese rappresentano nel Veneto il 99,2% del totale imprese sotto i 50 dipendenti e il 93,5 tra gli 0 e 9 dipendenti.
Numeri che lasciano pochi dubbi sul fatto che il mondo accademico non possa più prescindere dal trovare punti di contatto con queste realtà, aziende che creano business, filiere, e contribuiscono alla bilancia delle esportazioni. Vicenza, ad esempio, è la 3ª provincia italiana per export con 18.2miliardi di euro di cui il 46,2% prodotto da settori a maggior concentrazione di pmi”.
“L’auspicio quindi – ha concluso Cavion- è che il mondo delle università, della ricerca e della formazione trovino modalità di trasferimento del loro sapere accademico alle imprese di piccole e medie dimensioni”.
Dal canto suo il Ministro ha riconosciuto “l’importante ruolo di strutture con quella vicentina nel mettere in comunicazione il mondo delle piccole imprese, così come le grandi, con quello delle università e dei centri di ricerca che possono contribuire a dare competenze e skills indispensabili per cogliere la grande opportunità di transizione tecnologica e digitale che ha cambiato, e sta cambiato, in maniera drastica il mercato”. “L’Università – ha poi aggiunto Manfredi- è una grande struttura che ha funzione e obbligo di formazione e ricerca ma che deve anche sentirsi responsabile di quanto questo abbia un impatto sulla società e nel mondo economico. Quindi i ricercatori debbono uscire dai loro laboratori e interfacciarsi con la realtà economica e con gli imprenditori. In questo senso strutture come quella vicentina possono davvero costruire questo positivo dialogo tra i due soggetti”.
“Come i ricercatori, anche gli imprenditori però – ha aggiunto il Ministro- debbono uscire dalle loro imprese, soprattutto quando si sono fatti da sé, perché non è più pensabile poter sopperire alle esigenze del mercato e dell’impresa senza fare rete o avvalersi di competenze specifiche. In un mondo globale con una competizione così forte, dove mercati e tecnologie si evolvono in maniera così rapida, nessuno può farcela da solo”.
Il messaggio finale quindi del Ministro, a conferma di quanto presentato dal DIH, è che gli imprenditori devono avere l’umiltà di mettersi in gioco e capire che solo cooperando e migliorando le competenze possono essere davvero competitivi e salvaguardare quel patrimonio imprenditoriale che hanno contribuito a creare.
Al termine della visita in Confartigianato Vicenza, il Ministro si è poi spostato al Cuoa per l’incontro sul tema “Curare il Capitale Umano” che ha visto tra gli interlocutori anche Carlo Pellegrino, presidente del CESAR, altro importante ente di formazione di Confartigianato Vicenza che propone corsi di aggiornamento e formazioni a imprenditori e ai loro collaboratori, altri importanti soggetti che contribuiscono alla crescita e sviluppo delle imprese (come sottolineato anche dal Ministro).